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L’interesse per la programmazione in Italia: passione o professione?

La passione per l’informatica ha sempre caratterizzato moltissimi giovani. Sin dall’epoca dei primissimi personal computer (la serie Commodore, ad esempio), quando possederne uno non era poi tanto comune, via via fino a tutti gli anni Novanta, i ragazzini (ma non solo) sono stati attratti da quello che, all’inizio, era solo un gioco. Sono stati, infatti, i videogame ad attrarre in questo universo, all’epoca alla sua fase embrionale, migliaia e migliaia di quelli che, oggi, chiameremmo gamer.

Alcuni di questi ultimi non si sono limitati all’inserimento dei dischetti nello slot specifico e allo smanettamento con i joystick, ma hanno cercato di rendere più prestante la loro macchina, espandendone la memoria, sostituendo la scheda grafica e quella video, smontando e rimontando il computer stesso!

I ragazzi di oggi non sono da meno, anzi! L’evoluzione continua dell’informatica – lato software e lato hardware – sta mettendo nelle mani dei giovani e dei giovanissimi degli strumenti veramente potenti, in grado di realizzare grandi cose. Il tutto condito da quella grossa novità, arrivata a metà degli anni Novanta e, da allora, sempre più prepotentemente inseritasi nelle nostre vite e, oggi, proprio imprescindibile: il web!

Dai videogame alla programmazione

Vi sono, come è ovvio immaginare, alcune importanti differenze, rispetto ai geeker, ai nerd degli anni Settanta Ottanta e Novanta (e ai più recenti keeg).

Oggi, chi sta davanti al PC non lo fa più solo per giocare: è vero che il numero di videogame disponibili è impressionante, così come sono diverse le console con cui giocare e le modalità di gioco (da soli o in gruppo, off line o online); è altrettanto vero che l’esperienza di gioco, oggi, è estremamente coinvolgente, grazie a effetti grafici e sonori evoluti, che si accompagnano alla disponibilità di utilizzare, nella propria cameretta, display ad altissima risoluzione (fino al 4K e all’8K) e impianti home theatre degni di un cinema; ed è, infine, altrettanto vero che esiste la possibilità di giocare ovunque e in qualsiasi momento, appoggiandosi a dispositivi mobili (console portatili o smartphone) e alla presenza del Wi-Fi un po’ ovunque in città.

Nonostante questo, le possibilità rese disponibili dall’informatica più recente vanno bel al di là di un qualsivoglia videogame, fosse anche il più recente e il più tecnologico. Oggi, complici anche i fenomeni imposti sui social media, gli utenti del web e dell’informatica più in generale si dedicano al montaggio di video e foto; oggi, complici gli onnipresenti e sempre più prestanti smartphone, giovani e adulti sognano di sviluppare un’app di successo che venga scaricata sui device di migliaia e migliaia di utenti del web. E, poi, vi sono tutti coloro che già lavorano o che ancora puntano a lavorare nel settore informatico, in una delle tantissime aziende del digitale.

Costoro, però, non possono accontentarsi di un approccio da appassionato di informatica: a differenza dei loro simili di due o tre decenni prima, non possono limitarsi a conoscere in modo approssimativo un programma o un linguaggio di codifica. Devono, al contrario, approfondire i dettagli dei codici sorgente, devono conoscere le particolarità di uno o più linguaggi di programmazione, devono sapere come impostare e sviluppare un progetto informatico dalla A alla Z.

Una cosa è conoscere SQL, creare un database e impostare alcune query per interesse e curiosità personali; un’altra è dover sviscerare il Structured Query Language per programmare e interrogare interi database aziendali, per lavoro!

Informatica nei licei italiani

Quali sono le possibilità che si offrono a chi voglia apprendere le basi o approfondire le conoscenze di programmazione in Italia?

Tutte le città italiane, oggi, propongono almeno un liceo o un istituto ad indirizzo informatico: quando il corso di studi della scuola secondaria non sia interamente dedicato all’informatica, vi saranno uno o più licei (in genere, lo scientifico, ma vi sono casi anche di licei classici), dove l’insegnamento della matematica è approfondito per tutti e cinque gli anni e dove, almeno a partire dal terzo, si aggiungono una, due o più ore di informatica a settimana.

Questo consente a tutti i ragazzi di confrontarsi con la vera informatica e non solo con una eventuale passione personale; è risaputo che, quando si è costretti a studiare un argomento, questo perda tutto il suo fascino, per riacquistarlo, magari, una volta conseguita la maturità. Ecco, allora, che un liceo ad indirizzo informatico permetterà di scremare tra coloro che hanno semplicemente il piacere di trascorrere delle ore davanti al pc e coloro che, invece, si sentono veramente portati per questa disciplina.

Programmazione in Italia: informatica o ingegneria?

Saranno solamente questi ultimi a decidere di proseguire gli studi anche all’università. A questo punto, però, si imporrà una scelta: corso di laurea in informatica o corso di laurea in ingegneria informatica?

Le differenze si notano già dal tipo di corsi da seguire e da studiare: da un lato, Informatica fa parte del più ampio gruppo delle facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali; dall’altro, Ingegneria informatica rientra tra le facoltà di Ingegneria dell’Informazione. Nel primo caso, verranno formate professionalità con una buona cultura sugli aspetti pratici e teorici dell’informatica e, in particolare, su tutto quello che riguarda il software; nel secondo caso, i laureati avranno solide conoscenze teoriche e pratiche di base dell’informatica, con una conoscenza più ampia e trasversale (meno specifica, quindi, ma più adatta ad inserimenti lavorativi di tipo differente).

Autoformazione per programmare in Italia

L’apprendimento dell’informatica in generale e della programmazione più in particolare ha una caratteristica peculiare: è sempre possibile imparare da soli! L’autoformazione, anzi, è spessissimo utilizzata da chi coltiva la passione della programmazione a latere di un altro percorso di studi o di un’altra carriera professionale. È impiegata anche da quei programmatori e da quei codificatori che, la sera dopo una giornata di lavoro, durante i week end e in qualsiasi altro momento si presenti l’occasione, si aggiornano sulle ultime novità di un settore che, per definizione, è in continua evoluzione.

Insomma, chi decide di programmare per lavoro non può pensare di studiare una volta ed essere pronto, poi, a tutte le evenienze. L’uscita di aggiornamenti a programmi precedenti, le variazioni e le integrazioni a linguaggi già noti e il lancio sul mercato di nuovi hardware costringono l’informatico, il programmatore e il codificatore a tenersi informati su tutte le novità, in un processo di formazione continua!

Fortunatamente, però, non sarà necessario, per chi non lo desideri o non ne abbia il tempo, né la possibilità, iscriversi ad un master o partecipare a corsi di informatica organizzati da società specializzate. Quasi sempre, infatti, online si trova tutto il materiale occorrente per l’autoformazione. In alcuni casi, sono le stesse aziende produttrici di software proprietari a rendere disponibili i libretti delle istruzioni; in altri casi, quando si tratta di codici open source, il materiale è sempre online, a disposizione di chiunque; in altri casi ancora, saranno i primi utilizzatori di un nuovo prodotto a parlare della propria esperienza in un blog o su di un sito, dando tutte le informazioni necessarie all’utilizzo e rendendosi disponibili allo scambio di suggerimenti e opinioni sull’argomento.

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